lunedì 24 giugno 2013

Traversata del Castore


La traversata del Castore è una bellissima cavalcata in alta quota, veramente meritevole.  La salita non presenta particolari difficoltà tecniche, ma richiede un impegno fisico complessivo significativo. 



Nel primo giorno si sale da San Jacques al Rifugio Guide d’Ayas al Lambronecca, con un dislivello di 1700 metri e una salita complessiva di quasi 1900 metri. Il paesaggio cambia notevolmente durante la salita, passando dalle tonalità di verde tipiche della montagna in veste primaverile, al bianco accecante della ghiaccio di alta quota.








Il secondo giorno si sale alla vetta del Castore per la sua parete Ovest. Il dislivello è di circa 800 metri e la parete, piuttosto fredda al mattino,  si risolve in circa un’ora e mezza. La vetta può essere raggiunta indifferentemente da destra o da sinistra. Quest’anno la traccia era consolidata con l’uscita sulla spalla destra della parete. 



Parete Ovest del Castore




Ultimi metri sulla cresta ovest










Cresta Est


La discesa fino a San Jacques avviene per la via normale, lungo la cresta est, fino al Quintino Sella e poi giù attraverso il colle della Bettaforca, realizzando in questo modo  una traversata fantastica. 
Noi abbiamo girato prima del colle, per tracce sulla destra, in tal modo si accorcia la discesa, ma non è facile reperire la traccia. Anche per la discesa il dislivello complessivo è notevole: circa 2900 metri, compresi i sali e scendi.

La gita è sicuramente da annoverare tra le più meritevoli del Monte Rosa.

Quota partenza: 1689
Quota vetta: 4221
Dislivello complessivo: 2900 c.a.
Difficoltà: PD+
Esposizione: O-E



Rientro dal Quintino Sella










venerdì 31 maggio 2013

Guido Rossa

Spesso mi capita di ripetere una via per comprendere meglio chi l’ha aperta, soprattutto quando si tratta di grandi alpinisti. La Guido Rossa alla rocca Sbarua era una via che avevo in mente da diverso tempo. Alpinista caparbio e determinato,  Guido Rossa è stato un uomo coerente con le sue idee fino alla morte. La determinazione  che aveva caratterizzato la sua vita doveva in qualche modo aver influenzato la sua visione dell’alpinismo; questo era quello che andavo cercando… e in questo sono stato accontentato. 

Ripetere la Guido Rossa alla rocca Sbarua vuol dire salire dietro la determinazione dell’uomo che l’ha aperta, tra strapiombi repulsivi e fessure esilissime.


Ritengo che oggi come oggi abbia senso cercare di ripetere la Guido Rossa in libera, spingendo in là il più possibile il nostro limite, per cercare un ingaggio che, anche se solo lontanamente, possa farci assaporare quello dei primi salitori.

La via è sicuramente bellissima, con un terzo tiro, quello della fessura, da antologia…semplicemente una tratto di matita tracciato su una lavagna di roccia.


Il primo tiro si presenta subito ostico con un difficile strapiombino, che si risolve in modo poco intuitivo, seguito da un secondo tiro memorabile: una fessura estetica porta ad un durissimo strapiombo, solcato da un’esile fessura, che diventa sempre più sottile e cieca mentre si sale. Il terzo tiro è leggenda e l’uscita della via non è da meno, con uno strapiombo faticoso, seguito da una facile ed estetica placca.

In sintesi, una linee magica, ricercata con forza e determinazione da un uomo che non accettava compromessi. 
Un pezzo della storia dell’arrampicata da ripetere.

Località: Rocca Sbarua
Altitudine: 1200 m
Esposizione: S
Sviluppo: 120 m
Difficoltà: 7b+ max (6a+ obb.)

mercoledì 1 maggio 2013

Calcagni


Ripetere la Calcagni è un po’ come ripercorrere un pezzo della storia del finalese.

Tra le pieghe delle roccia sembra di intuire traccia del passaggio dei due fratelli e nei passaggi è evidente il loro colpo d’occhio e la grande intuizione.

Via logica con tiri di vera bellezza, cerca il facile nel difficile, la linea estetica nel caos di strapiombi della grande erosione.


 





Anche se un po’ snaturata dalla richiodatura sistematica, la via mantiene la sua linea originale, con tiri veramente estetici sul lato destro della grande erosione. 

Le difficoltà sono abbastanza omogenee, con eccezione di un tiro in cui la difficoltà massima si attesta sul 6c (volendo azzerabile). Incredibile il traverso su cengetta dell'ottavo tiro, che risolve l'uscita da un grottone in piena parte. 


Traverso all'8° tiro

Una classica da non perdere!

Località: Feglino
Altitudine: 50 m
Esposizione: O
Sviluppo: 250 m

Difficoltà: 6c max (6a obb.)

sabato 23 febbraio 2013

Salto del nido

Imponente cascata di stampo "canadese" (anche se non sono mai stato in Canada a far cascate, mi hanno detto che si definisce così ...). Oggi l'abbiamo trovata molto ben formata, ma con un ghiaccio particolarmente crostoso nella parte bassa, e incredibilmente duro in alto, sicuramente a  causa delle temperature rigide dei giorni precedenti.


La cascata si risolve in quattro tiri. I primi due più "morbidi", seguiti da due muri finali più impegnativi. La linea di salita è piuttosto diretta, ma lascia comunque spazio a interpretazioni soggettive.

Probabilmente in base alle condizioni il primo muro potrebbe presentarsi come formato da alcuni salti di altezza più contenuta.

La scalata rimane comunque sempre interessante e abbastanza sostenuta, e la bellezza dell'ambiente circostante regala belle emozioni ad ogni sosta.



Il muro finale si presentava oggi come un unico imponente salto, formato da ghiaccio durissimo e ricoperto da un discreto strato di candelette inconsistenti. Inutile dire che il superamento di questo ultimo tratto ci ha dato non pochi problemi.




Località: Isola - Val Febbraro
Altitudine: 1700 mt.
Sviluppo: 200 mt.
Difficoltà: II/5

sabato 9 febbraio 2013

Via del Canalino


La Via del Canalino sulla NE del Monte Mucrone è un interessante via di misto, che si svolge in un contesto particolarmente bello. A discapito della vicinanza della pianura, la sensazione è quella di muoversi in un vero ambiente di alta montagna. 


  
 

Abbiamo percorso il canalino in due cordate, trovando condizioni discrete. Il canalino è piuttosto magro, sopratutto sui tiri finali, obbligando ad una progressione principalmente su roccia, con picozze e ramponi. Comunque la presenza di fix alle soste e in via, quando non coperti dalla neve, rende la progressione sicura, così come pure un eventuale ritirata. La scalata si mantiene sempre di un certo impegno, riservando almeno un passaggio tecnico, su roccia, ad ogni tiro.



 

Vista la lunghezza della via e il tempo di avvicinamento si sconsiglia di utilizzare la funivia di Oropa per la salita, ma partire piuttosto presto dal piazzale della funivia, per essere all'attacco della via prima delle 9 (considerare dalle 2 alle 3 ore per l'avvicinamento). In tal modo sarà possibile prendere la funivia al rientro e risparmiare parecchia strada. La funivia scende ogni mezz'ora e l'ultima corsa è alle 17.

Per riferimenti: 


Località di partenza : Piazzale della funivia di Oropa.
Quota di partenza: 1050 mt.
Quota della vetta: 2535 mt.
Dislivello complessivo: 1100 mt. di cui 300 di via.
Esposizione: NE
Difficoltà: D+/TD- (II/2, M6)



venerdì 25 gennaio 2013

X-Ice Park


Le condizioni dell'Ice Park quest'anno sono purtroppo piuttosto misere. L'alternanza di giornate di fohn, molto calde, con improvvise gelate, non ha certo aiutato la formazione delle candele.

La settimana dopo la consueta gara annuale, abbiamo trovato comunque una situazione discreta. Diverse sono le linee scalabili dal basso, soprattutto nella parte destra e nel canyon, mentre le linee di sinistra risultano di difficile chiodatura, a causa del ghiaccio molto lavorato e poco plastico. 



Molto bella Professor-X con tanti agganci ...

E' comunque sempre necessario prestare attenzione ai blocchi che si staccano copiosi dalle candele più esili. 



sabato 5 gennaio 2013

Testa d'Eifra




La salita alla Testa d'Eifra è una bellissima e classica scialpinistica, che può essere intrapresa con le ciaspole. Probabilmente una delle più belle della VdA percorribile in giornata. 

Si parte dal parcheggio appena sopra Morge (frazione di Morgex, situata dopo la Salle) e si segue la strada interpoderale fino ad arrivare su aperti pendii a circa quota 2300. 


Da qui si risale verso il colle da cui parte la spalla della Testa D’Eifra, che va seguita tutta fino alla vetta. 


La cresta finale abbastanza esposta e non eccessivamente larga è da affrontare con neve assolutamente assestata. 



Il panorama che si gode dalla cima è unico, con il Bianco vicinissimo in primo piano, e tutte le altre cime della VdA visibili a 360°.



La mappa completa del percorso può essere visualizzata su google maps - Monte Morion


  
Quota di partenza: 1737 mt
Quota vetta: 2818 mt
Dislivello: 1081 mt
Difficoltà: MR
Esposizione: SW
Località partenza: Morge